Il movimento al ribasso settimanale (-9,30%), che si è materializzato il 28 febbraio sull’S&P500, rimane uno dei più significativi della storia del mercato americano negli ultimi anni. Per curiosità sono andato a vedere cosa sia successo negli ultimi 20 anni ogni volta che si è verificato un simile crollo nell’arco di una settimana borsistica.
Ho selezionato tutti i movimenti superiori al -6% (scelta mia arbitraria), identificando 15 casi. Di questi, con escursioni simili a quella della settimana scorsa, quindi tra un -8% fino al record -18%, ce ne sono solo 5 di cui 3 legati ai mesi di settembre, ottobre e novembre 2008, gli altri 2 all’ aprile 2000 e al settembre 2001…non certo una bella compagnia! Degli altri 10, con variazioni tra il -6% e il -8%, 3 sono legati alla crisi del 2008-2009. Escludendo il caso del marzo 2009, minimo assoluto dell’S&P500 degli ultimi 20 anni, in tutti i restanti casi l’indice ha fatto poi nuovi minimi nelle settimane successive, performance negative che spaziano da un -3% a un -43%, con una media di circa -20%. In 4 di questi 14 casi non c’è stato alcun rimbalzo prima di fare nuovi minimi. Il caso della settimana scorsa è quindi più comparabile, quindi, con i 10 casi rimasti in cui tale rimbalzo si è verificato. L’entità del rimbalzo varia da un minimo del 2,5% a un massimo di circa il 21%, con una media vicina al 12%. La statistica, in questi casi, non è certo a favore di un movimento di recupero nel breve termine ma semmai di ulteriore discesa.
In un precedente articolo del 14 gennaio 2020 scrivevo “nei circa 90 anni presi in esame, ci sono state al massimo 6 correzioni consecutive prima di avere una recessione. Includendo quella citata di fine 2018 il conteggio è ormai a 6 quindi la prossima correzione del 10% dai massimi, se non fosse violata la sequenza statistica, sarebbe solo la prima fase di una recessione”. Ebbene la correzione di settimana scorsa, ai massimi del 19 Febbraio, è stata di quasi il -13%. Questo significa, che se fosse rispettata questa sequenza, ci sarebbe spazio di discesa fino ad almeno il -20% dai massimi di febbraio, ossia intorno ai 2700 punti, realizzando la prima recessione tecnica dal 2009.
Premesso che nessuno ha la sfera di cristallo e quindi si cerca di ragionare su dati statistici, serie storiche e qualsiasi strumento possa essere utile alla “navigazione” mi sento di dire che:
- L’annuncio del taglio dei tassi da parte della Fed in un contesto simile non può avere la solita efficacia in quanto il problema non è direttamente economico ma sanitario.
- Gli unici numeri importanti da guardare sono quelli dei tassi di accelerazione/decelerazione e diffusione del contagio in Italia, nel resto degli altri paesi al mondo e sempre più negli USA.
- Come scritto solo un paio di giorni fa, i rimbalzi possono essere utili, per coloro che hanno portafogli più dinamici, per impostare strategie di protezione del portafoglio o di ribilanciamento verso asset meno rischiosi in attesa che passi la burrasca.