VIRUSINDEX: DUE POSSIBILI SCENARI E CONSIGLI OPERATIVI SUI PORTAFOGLI

Dei due scenari che avevo ipotizzato qualche giorno fa (vedi articolo del 26 febbraio) sembra che, purtroppo, si stia materializzando il secondo, in altre parole una situazione in cui simultaneamente anche i vari paesi europei e quelli del resto del mondo cominciano a registrare una rapida crescita del contagio e sono costretti a dover mettere in atto le stesse misure di contenimento adottate dall’Italia, con tutte le devastanti conseguenze sulla vita sociale ed economica. Difficile dire in questo momento se, partendo più tardi, possano avere maggiori problemi nel contenimento o semplicemente partire da una situazione meno compromessa. Difficile dire anche quanto ciascun paese possa essere più efficiente rispetto a un altro nell’azione di contenimento. Credo che comunque quello che stiamo facendo in Italia sia molto importante: se si riuscisse a contenere il fenomeno in maniera ragionevole sarebbe un grosso segnale di fiducia per gli altri che partono, forse, in ritardo. In ogni caso uno stallo, anche temporaneo di tutto il sistema economico mondiale, oggi fortemente interconnesso, causa  effetti fortemente negativi sull’economia, e quindi sui mercati finanziari, in un mondo caratterizzato da una forte leva finanziaria facilitata negli ultimi anni da politiche monetarie molto accomodanti. In questo caso più che all’azione delle banche centrali e ai loro modelli di politica monetaria bisognerà guardare ai modelli matematici dei virologi e agli esperti in ricerca farmacologica. In passato ci sono state tante altre crisi legate ad altri virus, molto più pericolosi ma anche molto meno contagiosi. Mai in passato avevamo visto però queste misure eccezionali adottate prima in Cina, adesso in Italia, e probabilmente presto nel resto degli altri principali paesi al mondo.

Guardando ancora più avanti, a mio parere, il worst-case scenario, lo chiamerei “scenario Taranto” (non me ne vogliano i Tarantini), cioè una situazione nella quale tra la certezza di bloccare lungamente la vita economica e non lavorare e il rischio di ammalarsi per farlo, accetteremo il rischio quale male minore. In pratica, se i paesi maggiormente industrializzati al mondo non dovessero riuscire a contenere il fenomeno sul nascere (un po’ come se durante una gara di Formula 1 ti si buca una ruota e devi rientrare ai box per cambiare gomma: perdi del tempo ma sai che se non ti fermi rischi di rovinare tutta la macchina e non poter più vincere la gara), a quel punto i sistemi sanitari collasserebbero e quindi i più deboli sarebbero lasciati indietro per permettere a tutti gli altri di andare avanti. Insomma, alla fine se ne verrebbe fuori comunque, ma a un prezzo in termini di vite e di economia assai più alto.

Passando a un discorso più operativo, cosa fare riguardo agli investimenti in essere o potenziali? Come non c’è una medicina uguale per tutti i pazienti, allo stesso modo non esiste una risposta identica per tutti gli investitori e quindi ogni portafoglio è costruito non solo in base alle dinamiche di mercato, che sono uguali per tutti, ma soprattutto in relazione agli obiettivi e ai vincoli di ognuno, quindi diversi per ciascuno. Semplificando prendiamo in considerazione 3 categorie: quelli che hanno un portafoglio bilanciato/dinamico, quindi maggiormente esposto ai rischi di volatilità e in questo caso di discesa delle quotazioni, quelli con portafogli più prudenti e conservativi, quelli completamente fuori dal mercato. Analizzando a ritroso:

  • Quelli completamente fuori dal mercato: le correzioni di questi giorni possono essere un buon momento per iniziare a creare gradualmente delle posizioni selezionando con attenzione settori, mercati o singoli titoli (vedi mio articolo su Eni del 24 febbraio).
  • Quelli con portafogli maggiormente prudenti: data la poca volatilità di tali portafogli in questo momento meglio attendere gli sviluppi e stare alla finestra e al massimo, se si hanno la volontà/possibilità di voler aumentare il proprio profilo di rischio, iniziare a comprare in maniera selettiva.
  • Quelli con un portafoglio bilanciato/dinamico: si parla di possibili manovre delle banche centrali nel weekend o nei prossimi giorni, possibili annunci di manovre fiscali espansive da parte di governi. A mio parere in questa situazione le politiche economiche rischiano di avere un effetto limitato perché il problema non è economico ma sanitario. In attesa, quindi, che si trovi una soluzione medico-scientifica, soprattutto in presenza in eventuali rimbalzi dei mercati, si possono usare in maniera tattica strumenti di hedging come alcuni ETF/ETC, eventualmente anche future e opzioni, acquistare alcuni fondi d’investimento correlati negativamente rispetto ai mercati, focalizzarsi sui beni rifugio, in particolare il Treasury americano a 30 anni, alcune valute quali franco svizzero e yen. L’oro, tipico bene rifugio, ha una sua valenza, anche se, nel sell-off dei giorni scorsi, ha visto una brusca correzione.

In questa eccezionale situazione così improvvisamente creatasi, molto più che in una situazione di voto politico in cui si è chiamati a fare scelte per la nostra società, è fondamentale il contributo di ogni singolo cittadino nell’adottare il comportamento più attento e consono al fine di superare questa fase storica nel nostro paese così come nel resto del mondo. Dipende da ciascuno di noi.

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