Mercati in ritirata dopo la grande abbuffata. Solo qualche giorno fa avevo scritto come l’S&P500 fosse tornato su livelli eccessivi e che potesse tornare di nuovo interessante solo a seguito di una correzione, stagionalmente probabile durante il mese di giugno. Come in ogni situazione di mercato, sono necessarie prima le condizioni e poi un evento trigger, un detonatore, che faccia partire un movimento. Le condizioni c’erano tutte: un rally, quasi ininterrotto da metà marzo e quotazioni tornate quasi ai livelli (eccessivi) pre pandemia. Il detonatore è stato il discorso di Powell e nuovi timori per una seconda ondata di contagi in USA, un paese ancora in una fase di emergenza molto peggiore rispetto alla situazione in continuo miglioramento in Europa. La FED prevede un calo del 6.5% del PIL in US nel 2020 e un recupero del 5% nel 2021 e 3,5% nel 2022, a testimonianza del fatto che shock di questa portata richiedono tempo per essere riassorbiti pienamente. Powell ha detto che l’attuale livello di disoccupazione di oltre il 13% è probabilmente sottostimato di altri 3 punti percentuali. In alcuni sui passaggi il governatore della banca centrale americana ha sottolineato come questa sia la più grande crisi “in living memory”, come la preoccupazione maggiore sia il rischio di un danno permanente al sistema produttivo degli Stati Uniti e come la FED può solo prestare danaro a chi ha la capacità di ripagarlo mentre potrebbero essere necessari altri stimoli di natura fiscale per supportare coloro che hanno impossibilità di accesso a tali finanziamenti. Riporto direttamente alcuni suoi passaggi:
“This is the biggest economic shock, in the U.S. and in the world, really, in living memory. We went from the lowest level of unemployment in 50 years to the highest level in close to 90 years, and we did it in two months, extraordinary”
“I think it’s not the risk for the next few months, but it’s the risk over time of lasting damage to the productive capacity of the United States”.
“We can only create programs or facilities with broad-based eligibility to make loans to solvent entities with the expectation that the loans will be repaid. Many borrowers will benefit from these programs, as will the overall economy. But for many others, getting a loan that may be difficult to repay may not be the answer. In these cases, direct fiscal support may be needed”.
La grande ondata di liquidità da parte della FED e del Congresso americano (parliamo di circa 3 trillioni di dollari, circa il 14% del PIL) oltre a sostenere l’economia sta portando anche a fenomeni distorsivi che pongono domande sul funzionamento della società americana e la sostenibilità nel lungo termine di certe valutazioni azionarie.
Secondo un recente sondaggio (fonte: Yodlee Data Analytics) negli Stati Uniti i sussidi a favore dei cittadini sono stati usati, nelle fasce di reddito tra i 35K e i 100K USD, per i seguenti scopi: 1) accumulare risparmio; 2) utilizzo per spese correnti; 3) trading on line. Sembra che per molti americani, annoiati durante il lockdown, il trading on line sia diventato un’alternativa alla Playstation. I dati delle ricerche su Google mostrano come, nel 2020, si ci sia stata un’esplosione delle ricerche di termini quali “day trading” e “call options, con volumi 3 volte la media degli anni precedenti. Diversi broker in USA non fanno pagare le commissioni di negoziazione ottenendo i profitti finanziando i clienti a leva, un gioco molto pericolo per i neofiti ma anche per i professionisti se la leva è eccessiva o mal gestita. In una smania spasmodica di adrenalina e voglia di arricchirsi si è arrivati alla follia sulle azioni della Hertz, la società dell’autonoleggio che aveva già dichiarato il fallimento settimane fa e che ha visto un rally delle sue azioni del 1000% nelle ultime 2 settimane (per poi dimezzarsi in un colpo solo). Non basta: come conseguenza di questo controsenso, il management della società ha (giustamente) pensato di trarre profitto da questa situazione chiedendo al giudice della procedura fallimentare, caso senza precedenti, di autorizzare l’emissione di nuove azioni per circa un 1 miliardo di dollari al fine di finanziare la ristrutturazione della società. Ciliegina sulla torta: nella richiesta, tra i disclaimer che indicano i potenziali rischi, si fa riferimento al fatto che c’è un alto rischio che le azioni emesse possano valere alla fine nulla.
Quando si passa dall’investire in maniera sensata in borsa al giocare letteralmente sui mercati, al pari di un grande casinò, come esistenti o potenziali seri investitori bisogna farsi qualche domanda in più e magari farsi dare delle risposte da consulenti preparati.